“Etica, turismo e competitività”, Intervista a Pierfelice Rosato, Università del Salento

  Osservatorio Socialis   Lug 25, 2017   Blog ed Interviste, News, Principale   Commenti disabilitati su “Etica, turismo e competitività”, Intervista a Pierfelice Rosato, Università del Salento

Continua l’approfondimento sul rapporto tra etica, turismo e sostenibilità avviato dall’Osservatorio Socialis in questa calda estate del 2017 che, stando alle rilevazioni, premierà le destinazioni nazionali. Ma è anche un’estate caratterizzata da cittadini residenti “che non ne possono più” (Venezia),  da turisti assediati e importunati dagli ambulanti (Roma), da una città che non riesce a spendere i finanziamenti europei per motivi burocratici (Matera), dall’idea di mettere il numero chiuso sulle spiagge libere per ragioni di igiene e di sicurezza (Liguria).

Ne parliamo con il Prof. Pierfelice Rosato,  Economista, docente di Economia del turismo all’Università del Salento.

Prof. Rosato, in Italia quasi tutti i piani di programmazione economica citano lo sviluppo del turismo quale leva di crescita dei territori. Se ne parla molto ma poi i sistemi virtuosi esistono davvero? 

In primo luogo è indispensabile avere una visione comune su cosa significhi sistema virtuoso nei processi di sviluppo turistico dei territori. A tal fine è indispensabile riconoscere che occuparsi dei processi di sviluppo delle destinazioni turistiche significa orientare la propria attività al fine di garantire all’interno della destinazioni flussi di turismo incoming equilibrati, sostenibili e adeguati alle esigenze economiche degli attori coinvolti. Appare evidente come tale approccio vada molto oltre la mera identificazione di percorsi di sviluppo tesi ad incrementare le presenze all’interno delle specifiche destinazioni.Pertanto, i sistemi virtuosi esistono soltanto laddove si riconosca una simile impostazione culturale, prima che strategico – operativa, al tema dello sviluppo delle destinazioni turistiche. E, nello specifico, in Italia, abbiamo ancora molto da lavorare.

Se il turismo è considerato una leva economica, allora esso va considerato  all’interno di un paradigma di competitività: si può parlare di etica del turismo? Non si rischia di creare un conflitto teorico che poi si traduce in cattiva programmazione pubblica? 

La domanda impone una riflessione su una questione di evidente rilevanza e attualità.In primo luogo, direi assolutamente di si. Non soltanto si può parlare di etica del turismo ma, evidentemente, diviene indispensabile parlarne.E’ evidente che qualsivoglia riflessione su temi etici in ambito turistico, si pensi alla sostenibilità come esempio paradigmatico, siano stati condotti , in chiave economico – manageriale, all’interno del più ampio paradigma della competitività. Talvolta questo ha significato depotenziarne la rilevanza e ritenere che garantire la sostenibilità del contesto possa quasi essere visto come un appesantimento rispetto alla possibilità di essere competitivi.Tale aspetto ha rappresentato un evidente limite alla riflessione possibile su quello che la sostenibilità debba rappresentare per lo sviluppo del turismo. Il reale salto culturale da compiere consiste, quindi, nel guardare alla sostenibilità non più come un paletto da gestire quanto un riferimento concettuale su cui riflettere per far evolvere la stessa idea di competitività della destinazione turistica.Ciò consentirebbe, peraltro, di definire attività di programmazione che possano guardare al tema della sostenibilità con convinzione e senza il recondito timore che possa rappresentare un freno allo sviluppo delle attività turistiche.

Come si coniugano etica, turismo, responsabilità sociale di impresa e sostenibilità ambientale?

Ritengo vadano coniugate attraverso un complessivo ripensamento del rapporto tra competitività delle imprese e delle destinazioni e sostenibilità del contesto. Per quanto possa apparire complesso questo determina la necessità per il sistema delle imprese di modificare il proprio approccio complessivo al tema della sostenibilità.Ad oggi, sembra di poter dire per il sistema delle imprese la sostenibilità del contesto sia questione slegata dalla propria competitività a meno che il proprio segmento di mercato di riferimento non la ritenga centrale nel proprio processo di scelta. Ma siamo, comunque, all’interno dell’idea che la sostenibilità vada intesa quale elemento da analizzare all’interno di un paradigma più “alto”, quello, appunto, della competitività.Credo lo sforzo, viceversa, vada fatto nella direzione di riconoscere come la sostenibilità del contesto sia, essa stessa, una condizione per la competitività delle imprese e non qualcosa che le imprese – a prescindere dall’impatto sulla propria competitività – debbano contribuire a garantire.Ciò consentirebbe di riconoscere nei maggiori costi eventualmente da sostenere e negli slag organizzativi non già un male necessario in ragione di una, spesso non ben compresa, idea di sostenibilità bensì investimenti per garantirsi ipotesi di crescita nel lungo periodo.

Qual è l’impatto delle piattaforme di prenotazione on line e della sharing economy collegata al turismo? 

L’impatto è significativo guardandolo nella duplice prospettiva delle imprese turistiche e dei viaggiatori.Per il sistema delle imprese significa due cose distinte. Da un lato, costringe le imprese tradizionali a rivedere i propri modelli di business. Tale aspetto impatta in maniera significativa sul proprio sistema delle competenze e sulla visione complessiva del business nel quale operano. Posizioni di retroguardia o eccessivamente conservative potrebbero risultare fatali. Per altro, evidenzia l’emergere di nuove possibilità di business per nuove iniziative imprenditoriali che sappiano, prima di altri, evidenziare la presenza di buchi d’offerta che le nuove tendenze determinano.In ogni caso appare indispensabile una rinnovata e più attenta capacità di lettura del contesto. Per il viaggiatore crescono le opportunità di trovare una risposta personalizzata alle proprie esigenze con costi sempre più contenuti rispetto al passato. Tuttavia, cresce di pari passo la necessità di acquisire dimestichezza con strumenti e opportunità che necessitano una maggiore attenzione, ad esempio, verso i temi della trasparenza e della tutela della privacy.

Il sistema è definitivamente compromesso o possono essere invertite alcune derive (Venezia, Matera, Roma)?  Che ruolo deve avere la politica?

Il sistema non è definitivamente compromesso. E’, tuttavia, indispensabile riconoscere in maniera generalizzata che taluni fenomeni di turismo di massa e poco sostenibili rappresentino delle “derive”. Lo sviluppo del turismo non può esaurirsi in una mera crescita quantitativa dei flussi ma necessita di una rivisitazione complessiva del modello di analisi delle performance delle destinazioni turistiche che integri gli aspetti quantitativi con aspetti qualitativi.In tale ambito, il ruolo della politica è centrale. In particolar modo nel riconoscere la necessità di definire attività programmatorie in ambito di sviluppo turistico che siano orientate a raggiungere risultati non soltanto di natura quantitativa, ad esempio incremento di arrivi e presenze, ma funzionali a qualificare il sistema di offerta turistica di destinazione e che trovi in principi di qualità e sostenibilità un ancoraggio forte. Tale approccio consentirebbe la formulazione di piani e programmi di sviluppo delle destinazioni incompatibili con l’emergere di nuove “derive”.

(a cura di Marta Tersigni) ©osservatoriosocialis.it  

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