Donne & STEM: La scienza non ha genere

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  Osservatorio Socialis   Feb 23, 2022   Blog ed Interviste, News, Principale   Commenti disabilitati su Donne & STEM: La scienza non ha genere

Nel corso degli anni – in Europa e nel mondo – si è verificato un considerevole divario di genere per quanto concerne le discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche: le cosiddette materie STEM. Nonostante le donne abbiano compiuto enormi passi avanti nel loro processo di emancipazione – in tutti i campi, a partire anche dalle rivendicazioni dei movimenti politici originatisi a cavallo degli anni Sessanta e Settanta – in questo ambito, quello delle scienze, risultano ancora decisamente sottorappresentate.

Al di là dello spontaneismo politico, che pure ha avuto un ruolo centrale nella storia dei diritti delle donne, concentrandoci più a livello istituzionale, l’uguaglianza di genere è sempre stata una questione centrale per le Nazioni Unite, oggi più che mai: la scienza e il gender equality sono due degli elementi cardine degli obiettivi di sviluppo concordati a livello internazionale all’interno dell’Agenda 2030 per la sostenibilità.

L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, ogni anno dedica una Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza che si celebra l’11 febbraio, per incentivare le donne e gli uomini di tutto il mondo a raggiungere questo obiettivo. L’estate scorsa l’Istituto di Statistica dell’UNESCO (UIS) – che si occupa delle ricerche statistiche globali nei settori dell’istruzione, della scienza e della tecnologia – ha presentato un report sullo stato di salute delle donne nelle professioni STEM, la ricerca Women and Science.

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Numeri e percentuali dal mondo: il ruolo delle donne in ricerca e sviluppo

Per quanto riguarda gli ambiti della ricerca e dello sviluppo, l’UIS ha rilevato che:

  • Le donne sono circa il 30% dei ricercatori del mondo.
  • Meno di un terzo delle studentesse sceglie di studiare materie come matematica e ingegneria all’università.
  • Le donne che lavorano nel campo delle STEM pubblicano meno e ricevono paghe più basse.

Le medie:

  • 48,5% per l’Asia Centrale
  • 45,8% per l’America Latina e i Caraibi
  • 40,9% per gli Stati arabi
  • 39,0% per l’Europa centrale e orientale
  • 31,1% per l’Africa Subsahariana
  • 25,0% per l’Asia Orientale e il Pacifico
  • 23,1% per l’asia Meridionale e Occidentale

Nei paesi dell’Europa centrale e orientale la media delle donne STEM arriva al 39%, con la Macedonia del Nord che supera il 53% e l’Olanda fanalino di coda con il 26,4%. L’Italia con il suo 34% si attesta intorno alla media mondiale, ma è di gran lunga più sotto di Latvia, Serbia, Montenegro, Lituania, Moldavia, Croazia, Bulgaria, Bosnia e Romania, che superano tutte il 45%.

Accademia e ragazze STEM: la situazione italiana

Secondo il report redatto dall’Osservatorio Talents Venture insieme al progetto STEAMiamoci di Assolombarda, intitolato Gender Gap nelle facoltà STEM, la percentuale di ragazze iscritte ai corsi STEM sul totale delle donne iscritte all’università si è fermato al 18,3% dopo il record del 2017-18. Negli ultimi cinque anni il numero di ragazzi che ha scelto una facoltà STEM è cresciuto più velocemente di quello delle ragazze, parliamo di un 7,8% maschile rispetto ai 6,9% femminile.

Secondo i dati riportati, le donne continuano a prediligere le facoltà umanistiche. La loro presenza nel gruppo Letterario, Filosofico, Artistico e Storico – che comprende però anche i corsi di laurea in Conservazione dei beni culturali, classificati come STEM – è dell’82%: il restante 18% si dedica allo studio delle STEM. I corsi che sul totale degli iscritti presentano un maggior numero di donne sono:

  • Il settore Sanitario e Paramedico, 71%
  • Il settore Geo-biologico e Biotecnologie, 65%
  • Il settore Chimico-Farmaceutico, 56%
  • Il settore Architettonico, 56%

La facoltà di Statistica è vicino alla parità – 41% – mentre rimane ampio il divario in quelle Ingegneristiche e nel gruppo Scientifico, Matematico e Fisico. Il gruppo delle Ingegnerie però ha manifestato negli ultimi anni una tendenza positiva: le ragazze iscritte a Ingegneria industriale, elettronica, dell’informazione, biomedica e gestionale sono aumentate più velocemente dei ragazzi, passando dal 20,9% del 2009-19 al 24,1% del 2018-19. Nei corsi di Laurea Magistrale il voto di laurea delle ragazze risponde alla media di 107,3, leggermente superiore a quello dei ragazzi, 106,4: il 50% delle donne completa gli studi in corso, per gli uomini invece la percentuale è del 48%.

Cosa succede nel mondo del lavoro?

A un anno dalla laurea, il tasso di occupazione degli uomini laureati STEM è più elevato di quello delle donne STEM: il dato sostiene un 91,8% maschile contro un 89,3% femminile. Il divario comprende anche lo stipendio. I laureati STEM dichiarano di percepire in media € 1.510 al mese, mentre le laureate STEM € 1.428. Purtroppo, l’andamento di queste statistiche è grossomodo costante e le donne sono rimaste sempre più indietro rispetto agli uomini negli ultimi cinque anni. Inoltre, secondo STEM Women, il 60% delle studentesse STEM in Inghilterra ha avuto le proprie prospettive di carriera future influenzate dagli effetti collaterali della pandemia.

Il trend è confermato da un ulteriore ricerca, quella di  2021 Theme: Women Scientists at the forefront of the fight against COVID-19 – iniziativa promossa dalle Nazioni Unite in occasione della Giornata Internazionale delle Donne e Ragazze nella Scienza – che ha testimoniato come lo scoppio della pandemia ha dimostrato il ruolo critico delle donne ricercatrici in diversi ambiti della lotta contro il COVID-19: dall’avanzamento delle conoscenze sul virus, allo sviluppo di tecniche per i test, e infine alla creazione del vaccino contro il virus.

L’influenza del mondo dello spettacolo nel settore femminile STEM

Gli stereotipi di genere sono rafforzati anche dal modo in cui le donne sono caratterizzate nei film, come dimostra il Gender Bias Without Borders, uno studio sulle disuguaglianze di genere nell’industria cinematografica statunitense condotto nel 2015 dal Geena Davis Institute. Meno di 1/3 di tutti i ruoli sul grande schermo sono interpretati da donne. Nelle pellicole, infatti, ingegneri, scienziati e matematici sono interpretati per lo più da uomini, con 7 volte più ruoli STEM maschili nei film che femminili.

È una situazione che transita fuori dallo schermo per influenzare la percezione mondiale dei ruoli e degli stereotipi di genere. Al riguardo la UIS sta sviluppando nuovi indicatori per comprendere meglio le dinamiche che modellano le decisioni delle donne nel cercare una carriera nelle discipline STEM, scoprendo come vari fattori – le decisioni familiari, le considerazioni finanziarie, la cultura del posto di lavoro e la discriminazione – possono influenzare le scelte di carriera femminile e il progresso in questi settori lavorativi.

Eventi in occasione della Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza

In occasione della Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza, la Fondazione Bracco e Aspen Institute Italia hanno organizzato presso il Padiglione Italia dell’Expo 2020 di Dubai la conferenza intitolata Mind the Stem Gap, un evento che ha avuto lo scopo di promuovere l’empowerment femminile per sottolineare l’importanza della formazione STEM.

Il Manifesto delle ragazze [e dei ragazzi] per superare il gender gap, lanciato nell’occasione, ha l’obiettivo di evidenziare l’importanza del contributo femminile alla scienza, al fine di abbandonare stereotipi e pregiudizi e sostenere le comunità degli educatori verso una nuova consapevolezza sul tema. Nel corso dell’evento Aspen Institute Italia ha annunciato l’avvio di dieci scholarships per sostenere la frequenza a corsi di laurea in materie STEM da parte di ragazze del sud Italia.

Un altro protagonista della Giornata è stato il Cnr – Consiglio nazionale delle ricerche, tra i soggetti che hanno siglato il memorandum di intesa promosso dalla Rai nell’ambito del progetto europeo No Women no Panel, volto alla promozione della uguale rappresentanza fra i sessi nello spazio pubblico della comunicazione. Tra gli altri firmatari, il Dipartimento Pari opportunità del Consiglio dei ministri, la CRUI, l’Accademia dei Lincei, la Conferenza delle Regioni e vari altri soggetti istituzionali.

Nello specifico, il Cnr si è impegnato a far sì che nei propri spazi di comunicazione – compresi convegni e seminari organizzati dall’Ente – sia garantita una presenza paritaria per uomini e donne, sempre nel rispetto delle competenze.

a cura di Adriano Lucchetti © Osservatorio Socialis

 

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Sitografia

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