“Performare la sostenibilità”: Come creare valore per le organizzazioni. Intervista a Paolo Naldini, Direttore di Cittadellarte – Fondazione Pistoletto

  Osservatorio Socialis   Ott 23, 2019   Blog ed Interviste, News, Principale   Commenti disabilitati su “Performare la sostenibilità”: Come creare valore per le organizzazioni. Intervista a Paolo Naldini, Direttore di Cittadellarte – Fondazione Pistoletto

Coniugare arte e design per rendere la responsabilità sociale e la sostenibilità un’opportunità di sviluppo per le organizzazioni. Paolo Naldini, Direttore di Cittadellarte – Fondazione Pistoletto Onlus e ideatore del concetto di Demopraxia, ci parla del nuovo Master Executive in Design, Creatività e Pratiche sociali, promosso da Accademia UNIDEE – l’istituto di alta formazione nato all’interno di Cittadellarte – in collaborazione con il Politecnico di Milano. Un corso inedito, che è stato presentato ufficialmente il 28 settembre a Biella durante la seconda edizione di BiDigital, l’evento dedicato all’innovazione e al digitale con professionisti, esperti e start upper.

Come è nato il progetto?

«Il master nasce dall’osservazione di quel che succede intorno a noi. Il mondo di oggi è profondamente diverso da quello del passato: i cambiamenti climatici impongono strategie e progetti di totale ripensamento, le crisi politiche e istituzionali ci chiedono risposte diverse, lo stesso modello economico si deve ristrutturare.

Guardando il mondo ci siamo accorti che c’è una grande esigenza di sostenibilità. Non solo ambientale, ma anche sociale, istituzionale ed economica. Le organizzazioni più avanzate si stanno già riorientando verso la sostenibilità, ma come è possibile compiere questo passaggio? Il master nasce per dare risposta a questa domanda. Per dare alle organizzazioni degli strumenti concreti per affrontare il cambiamento e diventare sostenibili sotto tutti i punti di vista.

Come farlo? Gli strumenti tradizionali non bastano più, ed ecco perché il master, oltre a competenze di marketing e di economie alternative, grazie all’esperienza del Politecnico di Milano e di Fondazione Pistoletto propone due strumenti specifici: il design, per la capacità di costruzione strategica e l’arte, per la capacità di visione radicale».

A chi si rivolge il corso? Perché sceglierlo?

«Il master è pensato per le organizzazioni di ogni tipo, profit e non profit, industriali e di servizi, pubbliche e private, perché a tutte, senza eccezione, è posta la sfida di rigenerare il nostro modello di prosperità e convivenza. Tutte hanno bisogno di strumenti concreti e di risorse umane in grado di facilitare, accompagnare, stimolare, coordinare l’epocale riorientamento verso l’assunzione di una posizione attivamente responsabile, impegnata a determinare un impatto sociale positivo.

Oltre che a figure già inserite in imprese e istituzioni, il master è rivolto anche a imprenditori o aspiranti tali, con un forte orientamento all’innovazione sociale. Ragazze e ragazzi che credono che sia possibile costruire il futuro attraverso progetti imprenditoriali, ma che hanno anche bisogno di strumenti concreti per realizzarli».

Quando inizieranno le lezioni e come sono strutturate?

«Il 14 febbraio del 2020, ma le iscrizioni chiudono a fine anno. Il master è pensato per chi lavora, e quindi è distribuito su undici mesi, fino a dicembre, in moduli mensili che si tengono durante il fine settimana a Cittadellarte, a Biella. Ogni modulo ha un tema principale e un ospite di rilievo: si tratta di testimonianze, casi studio, approfondimenti teorici.

Dovunque, nel master, lobiettivo è quello di tradurre la sostenibilità in forme materiali, comprensibili e attuabili in qualunque organizzazione. Come diciamo a Cittadellarte, cioè, l’obiettivo è “performare” la sostenibilità. Cioè fare come l’artista, che quando fa delle scelte le compie, le realizza, gli dà una forma e una materialità concreta. Oltre ai moduli mensili teorico/pratici ci sono due importanti laboratori esperienziali, con degli artisti che da anni lavorano a stretto contatto con le organizzazioni, e due laboratori progettuali, per mettere subito in pratica su casi concreti le competenze acquisite.

Il master finisce con un tirocinio. Anche qui abbiamo pensato prima di tutto alle organizzazioni: pensiamo che un dirigente, o un dipendente in generale, abbia una possibilità di grande momento: svolgendo il tirocinio presso la propria stessa organizzazione di appartenenza, avrà la possibilità di porsi, ed essere percepito, come un innovatore. Per questo abbiamo voluto proporre il modello del progetto di tirocinio professionalizzante direttamente all’interno della propria organizzazione. Per chiunque decida di non percorrere questa strada, rimane comunque aperta la possibilità di scegliere percorsi di tirocinio in altre organizzazioni individuate tra i grandi attori della sostenibilità che appartengono alla rete di Cittadellarte e di Poli.design. In ogni caso si tratterà di un progetto in cui i partecipanti al master metteranno subito in pratica quanto hanno appreso, attivando percorsi reali e supportati dai tutor del master».

Secondo l’VIII Rapporto sull’impegno sociale delle aziende in Italia, una specializzazione in Responsabilità sociale e sostenibilità può fare la differenza in un curriculum professionale. Un diplomato in Design, Creatività e Pratiche sociali che vantaggi può portare a un’azienda?

«Il master è pensato per la concretezza. Chi vi studia non si specializza in sostenibilità e responsabilità sociale solo dal punto di vista teorico, ma acquisisce gli strumenti, i metodi e le tecniche per realizzare concretamente quanto ha studiato, a partire dalla viabilità economica, dalle strategie e dai processi di sostenibilità che diventano leve competitive e di innovazione di processo, prodotto, mercato. Il sottotitolo del master è “creare valore per le organizzazioni” ed è di questo che si tratta.

In un momento in cui il valore economico da solo non basta più a costruire il futuro – è necessario ma non sufficiente – bisogna passare da una logica del profitto a una logica dell’impegno come fine ma anche mezzo del profitto. Da Brunello Cucinelli e Google, passando per Croce Rossa, Zegna, Rolex, e potremmo continuare a lungo, si stanno affermando modelli che superano le vecchie contrapposizioni ideologiche profitto-valore sociale. È dimostrato che le organizzazioni che lavorano su sostenibilità e responsabilità sociale accrescono il loro valore come quello dei contesti in cui operano, procurando così al proprio patrimonio un territorio florido e fertile. Il master serve a questo, a poter guardare alla propria organizzazione o al proprio progetto imprenditoriale come un dispositivo di benessere personale, aziendale e sociale, in una visione che porta armonia tra gli opposti, con una capacità di innovazione radicale, di disrupting innovation, come dicono a Stanford i cultori della Social Innovation.

È arrivato il momento di liberarsi dal fardello ideologico che vedeva padrone e operaio in perenne insanabile conflitto, e allo stesso modo predicava la guerra tra impresa e consumatore: la realtà è molto diversa. Siamo coautori di una splendida opera. O della nostra stessa rovina. In un caso o nell’altro siamo insieme.
E il bene dell’uno si combina con il bene degli altri se sapremo applicare l’arte dell’equilibrio e della pratica diretta che ci sanno portare lo sguardo libero dell’arte e quello pragmatico del progettista: è come guardare l’orizzonte con due cannocchiali contemporaneamente. Riuscire a fondere i due diversi sguardi in un’unica armonica e profondissima visione. Appariranno dettagli che prima non sapevamo vedere, e il risultato sarà una consapevolezza immediata che mai si aveva avuta prima. Di questo c’è bisogno, oggi, con urgenza. Onestamente: possiamo dire che non sia finalmente arrivato il momento in cui possiamo e dobbiamo unire ciò che è stato diviso e da questa ricomposizione aprire una nuova storia? Natura e artificio. Profitto e gratuità. Libertà e responsabilità. Io e te. Per troppo tempo abbiamo creduto che queste opposizioni fossero insanabili. E invece proprio dalla loro armonica e inedita composizione nasce la vita. Che sia l’acqua, prodotta da idrogeno e ossigeno. Oppure il pane, farina e acqua. O un figlio. La luce. Tutto intorno e dentro di noi si genera dalla bilanciata, perfetta, composizione di ciò che è diverso e forse opposto. Egoismo e altruismo. Dolore e crescita. Mercato e missione. Economia e ecologia.

Riciclare imballaggi in plastica. Fare tessuto dalla cellulosa di alberi provenienti da foreste gestite in modo sostenibile. E le mille e mille altre pratiche già in atto. Che cosa è che quest’arte di unire le cose diverse e farne realtà pacificata, armoniosa, bellissima? Questo studiamo al nostro master. Perché questa composizione armonica avviene ogni giorno. Sotto i nostri occhi abbagliati da tanto rumore. Questo master porterà concentrazione, consapevolezza, chiarezza e felicità e un mondo di opportunità a chi lo seguirà. Ripensare ogni cosa che facciamo è il più grande mercato che abbiamo mai avuto! Tanto drammatici i giorni che viviamo, quanto potenzialmente entusiasmanti e arricchenti. In ogni senso, finalmente».

Scopri il Master Executive in Design, Creatività e Pratiche sociali

a cura di Alessandra Aurilia © Osservatorio Socialis

 

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