Dalla lotta agli sprechi nasce l’ospedale attento al paziente

  Osservatorio Socialis   Feb 21, 2018   News, Principale   Commenti disabilitati su Dalla lotta agli sprechi nasce l’ospedale attento al paziente

L’Ospedale organizzato per intensità di cura, e basato sul nursing avanzato, è diffuso nel Nord Europa e in alcune località del Nord Italia, e può rappresentare la chiave per soddisfare le nuove esigenze sociali.

A questa conclusione è giunta Mariagiovanna Piccolo (dall’Università degli Studi di Messina), la cui tesi di laurea in Infermieristica, intitolata “Il ‘nursing avanzato’ nella complessità di cura: personalizzazione dell’assistenza e ottimizzazione delle risorse”, ha ricevuto una menzione speciale al XV Premio Socialis.

Si tratta di un modello centrato sulla strategia del Lean Thinking, in cui il cittadino paziente occupa un ruolo di primo piano – spiega Piccolo – Il sistema è paragonabile ad un mosaico in cui le varie tessere sono costituite da tutto il personale coinvolto. Non ci possono essere esuberi o mancanze. Tutte le risorse umane e tecniche esistenti sono razionalizzate e le indicazioni a ciò necessarie emergono da una attenta, capillare e continua lotta agli sprechi in tutti gli aspetti, intendendo cioè per spreco tutto ciò che non determina valore aggiunto per l’uomo e per le strategie poste in essere”.

Vale per gli ospedali, ma a ben vedere si tratta di una strategia d’impresa estendibile a tutte le aziende di qualsiasi dimensione, ordine e grado.

Fra i risultati più importanti di questa metodologia emergono la conquista del cittadino inteso come parte integrante dell’organizzazione, l’estensione di questa organizzazione nel territorio, l’ottimizzazione delle risorse, il risparmio aziendale.

Questo comporterà un cambiamento di mentalità, di organizzazione e di servizi offerti che è proprio quello che desidera il cittadino – osserva Piccolo – Nelle aziende ospedaliere non organizzate per Intensità di cura, ancora oggi, si può verificare che il paziente, una volta ricevuta la diagnosi, perda la propria identità per assumere quella di ‘malato’, perché il sistema considera il paziente esclusivamente in quanto tale. Inoltre, a causa della ridotta disponibilità di tempo e del numero degli infermieri rispetto ai pazienti, spesso l‘assistenza si riduce all’aspetto pratico della professione. In tale contesto il paziente ha la sensazione di essere un numero di letto e non più una persona, un ‘body and bed’, ovvero un corpo su cui effettuare delle procedure, a volte anche invasive”.

Al contrario, negli ospedali per intensità di cura si dà un valore maggiore al “selfcare”: nel nursing avanzato l’infermiere, mediante le proprie azioni, educa il paziente a sviluppare autocura, sfruttando le sue capacità residue, affinché raggiunga l’obiettivo desiderato, cioè il suo benessere.

L’organizzazione infermieristica per cellule prevista dal nursing avanzato – conclude Mariagiovanna Piccolo – permette una presa in carico più adeguata del paziente. Consente di seguire un numero definito di pazienti con un infermiere e un operatore socio sanitario, che forniscono agli utenti assistenza adeguata e personalizzata nelle ventiquattro ore. Fra infermiere e paziente si stabilisce così una relazione d’aiuto fondata sull’empatia. Il paziente non sarà più un oggetto”.

Premio Socialis 2017: Il reportage

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