Istituzioni pubbliche e società: il ruolo della CSR nelle Università

  Osservatorio Socialis   Gen 16, 2018   News, Principale   Commenti disabilitati su Istituzioni pubbliche e società: il ruolo della CSR nelle Università

Parlare di CSR riferendosi ad istituzioni pubbliche implica che “l’essere pubblico” di per sé non equivalga ad essere socialmente responsabile. Se parliamo poi di aziende pubbliche, il quadro si complica ulteriormente, perché concetti tipicamente profit vengono introdotti su enti chiamati a barcamenarsi tra risorse ridotte all’osso, rating internazionali, generici impegni di benessere sociale, e spesso assenza di responsabilizzazione.

In generale si avverte la necessità di un nuovo fondamento etico nell’organizzazione della struttura pubblica.

In questo quadro, le attività di responsabilità sociale – e in particolare la valorizzazione delle pratiche di accountability sociale e stakeholder engagement – possono mitigare la conflittualità tra le aspettative della società e gli obiettivi perseguiti dall’azienda pubblica

Proprio questa è la cornice della tesi di Giacomo Chessa, vincitore del XV Premio Socialis. Il progetto dal titolo La responsabilità sociale dell’azienda pubblica. Evidenze alla luce di un’analisi empirica nel sistema universitario italiano, discusso per il dottorato in Diritto ed Economia dei Sistemi Produttivi dell’Università degli Studi di Sassari, analizza il rapporto fiduciario tra le istituzioni pubbliche e i cittadini, mettendo a fuoco il caso delle aziende universitarie.

Gli atenei – spiega Chessa – rappresentano delle istituzioni moderne, sociali, “accountable” ed attente al binomio autonomia-responsabilità. Sono tra le istituzioni che possono e debbono perseguire l’obiettivo di migliorare le relazioni umane nella società, approntando benefici tangibili alla collettività. Sono amministrazioni pubbliche dove sviluppare e testare gli effetti dei bilanci sociali ed in generale nuovi modelli culturali sostenibili; dove, insomma, la legittimazione può e deve essere risorsa sostanziale. Il sistema accademico può prefiggersi l’importante missione di rinnovare il contratto sociale che lega la realizzazione della missione delle organizzazioni pubbliche agli obiettivi della collettività. Ma vanno supportate”.

La strategia che gli atenei devono perseguire – osserva l’autore – è triplice: impegnarsi a realizzare l’economicità di lungo periodo, soddisfare le aspettative dei propri stakeholder e colmare i fabbisogni socio-economici che trovano origine nel contesto in cui gli atenei stessi operano.

Per realizzare tale strategia lo Stato deve riservare alle Università un più forte riconoscimento del loro ruolo sociale ed economico, anche sostenendo e valorizzando le attività di Terza Missione.

La sola considerazione delle previsioni legislative in merito al rendiconto dei dati contabili – riprende Chessa – non rappresenta più uno strumento che legittima l’operato dello Stato e delle altre Pubbliche Amministrazioni.

La realizzazione partecipata di report sociali potrebbe stimolare al meglio la sensibilità morale dell’opinione pubblica e costituire il primo passo per recuperare la legittimazione sociale accordata dalla comunità.

Tuttavia, i costanti richiami alle dotazioni finanziarie nei bilanci sociali, comunicano che la strada scelta per riformare il sistema universitario sia di sottoporre le Università a continui rischi di default economico-finanziario, poiché si subordina alla valutazione di pure e semplici economie di bilancio il trasferimento delle risorse economiche ministeriali.

Se da un lato la valutazione dei risultati è necessaria per valorizzare una stimolante concorrenza, anche a livello europeo, il rischio che si corre è di promuovere una sterile competizione sul piano sociale.

Gli atenei, infatti,  tenderanno ad assumere comportamenti massimizzanti nei confronti di quegli aspetti che in modo più diretto potranno influenzare gli indicatori soggetti a valutazione, indipendentemente dalle effettive necessità nel campo della ricerca e della didattica. Ciò è inammissibile per Enti che hanno la missione di valorizzare il proprio patrimonio umano e culturale a beneficio dell’intera collettività.

Appare indispensabile che lo Stato consideri questa funzione, oltre che quella produttiva, come un’unica missione. La Terza Missione fondata su responsabilità sociali ed etiche deve rappresentare l’elemento essenziale nella realizzazione di un nuovo modello di governance del sistema accademico.

In questo quadro il ruolo dei bilanci sociali e la sostenibilità delle Università debbono essere tenuti nella massima evidenza. I report sociali tendono a tratteggiare una sorta di contratto sociale tra gli atenei, quale componente di una comunità intesa come sistema interconnesso e le forze sociali ed economiche. L’obiettivo deve essere quello di rafforzare ed ampliare i legami con la società nella prospettiva di realizzare i valori che la limitatezza delle risorse economiche mortifica”.

 

Premio Socialis 2017: Il reportage

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