Buttare un sasso oltre lo stagno, per un nuovo modo di intendere il lavoro che valga per tutte le persone disabili e non solo per chi è affetto da Sclerosi Multipla.
È questa la sfida che si dovrà affrontare nei prossimi anni e di cui si è parlato il 13 dicembre scorso nell’incontro “Sclerosi multipla, disabilità e lavoro: l’impegno degli stakeholder per l’attuazione dell’Agenda della Sclerosi Multipla 2020” promosso a Roma dall’AISM – Associazione Italiana Sclerosi Multipla.
L’occasione per riunire i rappresentanti delle istituzioni, del management, delle parti datoriali e sindacali, le reti dei medici del lavoro e le stesse persone affette da sclerosi multipla, e raccogliere istanze e proposte su futuri interventi comuni a favore di un’occupazione realmente inclusiva.
Storie e segnalazioni di persone discriminate, demansionate o addirittura licenziate perché affette da sclerosi multipla sono state il punto di partenza per ragionare sul tema del lavoro come emergenza sociale per moltissimi cittadini, e ancora di più per chi deve conciliare la vita lavorativa con le cure imposte dall’avanzamento della malattia, che ogni anno colpisce almeno 3.400 persone, soprattutto giovani al di sotto dei 30 anni, e che costringe 1 persona su 3 ad abbandonare la propria attività (Fonte: Barometro AISM 2017).
Si è così parlato delle ridotte tutele per le assenze e le difficoltà legate agli handicap gravi, dell’urgenza di garantire e mantenere un pieno inserimento lavorativo per le persone disabili, e più in generale della necessità di agire su una nuova cultura della disabilità e della vulnerabilità.
Di comprendere che sul lavoro disabilità e fragilità sociali si equivalgono; che la fragilità riguarda tutti, soprattutto con l’innalzamento dell’età pensionabile, e per questo occorre garantire ambienti di lavoro capaci di valorizzare tutte le persone, tutte le età e tutte le abilità. Una sfida per il nuovo anno, che vedrà il 50esimo anniversario dell’AISM, ma soprattutto per l’attuazione dell’Agenda 2020.
Come ha sottolineato la Presidente nazionale AISM Angela Martino, citando Albert Einstein: “Siamo tutti dei geni. Se però valutiamo la capacità di un pesce di arrampicarsi sugli alberi, il pesce si considererà sempre uno stupido. Allora io dico: valutiamo le persone giuste al posto giusto, ma guardiamole anche con gli occhi giusti. Cerchiamo di avere un ascolto attivo e guardiamo agli altri con le capacità che hanno, non con le capacità che hanno perso”.
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