L’industria del Welfare vale il 6,5% del Pil: 4 i punti da cui ripartire

  Osservatorio Socialis   Nov 17, 2017   News, Principale   Commenti disabilitati su L’industria del Welfare vale il 6,5% del Pil: 4 i punti da cui ripartire

Da un lato la rinuncia alle prestazioni essenziali, soprattutto per le famiglie in condizioni di debolezza (un dato tra tutti: ben il 58,9% delle famiglie italiane rinuncia alle cure sanitarie), dall’altro un  nuovo modello di welfare nel quale convergono gli interessi di numerosi protagonisti e che vale 109,3 miliardi di euro, pari al 6,5% del PIL: poco meno di 4.300 euro l’anno per le famiglie, subito dopo la spesa per gli alimentari e per la casa.

È questo il messaggio più rilevante che emerge dalla prima edizione dell’Osservatorio sul bilancio di welfare delle famiglie italiane, presentato a Roma e curato da MBS Consulting.

VERSO UN NUOVO WELFARE DI SUSSIDIARIETÀ

Secondo lo studio, la costruzione di un’industria di welfare passa attraverso la capacità di co-progettare un nuovo ecosistema economico e sociale nel quale favorire la cooperazione tra istituzioni pubbliche e private e tra soggetti profit e non profit. Queste le direttrici di fondo:

  1. Ripartire dai bisogni delle famiglie

Aumenta la fragilità sociale delle famiglie che si manifesta con l’esplosione di un ampio range di bisogni non coperti dai sistemi di welfare tradizionali, ma che possono trovare risposta in un nuovo welfare di sussidiarietà.

  1. Rivedere l’universalità delle prestazioni di welfare state

È necessario un welfare pubblico forte che ridefinisca le prestazioni essenziali da garantire, individui le aree su cui sollecitare l’investimento degli attori privati e rimoduli il proprio intervento. 

  1. Industrializzare il settore

Le politiche pubbliche possono sostenere lo sviluppo di migliaia di soggetti operanti nel mercato e nella società civile, creando i contesti normativi e le opportunità per favorire aggregazioni tanto della domanda quanto dell’offerta: welfare aziendale, welfare territoriale e di comunità, aggregazioni dell’offerta.

  1. Promuovere il “business sociale”

L’industria del welfare è potenzialmente territorio privilegiato per lo sviluppo di nuove esperienze di economia civile e di business sociale, a metà strada tra le imprese profit e le organizzazioni non profit.

 

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