“Let’s save the world together”, Intervista a Alessio Michele Muciaccia, CEO Gruppo GTS

  Osservatorio Socialis   Ott 04, 2017   Blog ed Interviste, News, Principale   Commenti disabilitati su “Let’s save the world together”, Intervista a Alessio Michele Muciaccia, CEO Gruppo GTS

Let’s save the world together: il report integrato del Gruppo GTS si apre con questa esortazione. Che messaggio volete trasmettere ai vostri interlocutori?

La capacità di soddisfare le esigenze delle attuali generazioni senza compromettere le medesime possibilità per quelle future, passa attraverso lo sviluppo e l’incentivazione di piccole cose che aiutino alla salvaguardia del pianeta.

È questa la mission intrinseca all’attività d’impresa del Gruppo GTS: spostare il traffico delle merci dalla strada alla ferrovia. Gli impatti sulle comunità e sull’ambiente sono rilevanti: sa. Lo facciamo da quarant’anni.

Cosa rappresenta la responsabilità sociale di impresa per il Gruppo GTS? Come è integrata nelle scelte strategiche di sviluppo dell’impresa?

Stiamo attraversando un momento storico all’interno del quale è sempre più avvertita l’esigenza di trasparenza nell’ambito dei processi comunicazionali implementati all’interno del sistema aziendale.

Riteniamo che debba diffondersi con maggior vigore nel tessuto economico una cultura del dialogo che veda la stessa azienda quale elemento strategico fondamentale per il perseguimento delle finalità economiche, e non quale atto dovuto in relazione agli obblighi di varia natura.

L’aver intrapreso la strada dell’adozione volontaria della Direttiva 95/2014 esprime in maniera chiara ed inequivocabile la scelta del Gruppo GTS: fornire un perimetro di informazioni allargato e sempre più strutturato relativo anche ai temi sociali, ambientali, diritti umani e lotta alla corruzione.

Il Gruppo GTS è una realtà economica molto importante in Italia ed in particolare in Puglia: che impatto ha la vostra attività sul territorio? Avete indotto un certo tipo di sviluppo dell’industria locale?

È innegabile. Quando un’azienda diventa centro propulsore di benessere sociale, le ricadute sulle comunità locali presso le quali opera sono ben evidenti.

Ci sforziamo di misurare ogni anno questi impatti. Ad esso abbiamo dedicato un’apposita sezione all’interno del report integrato all’interno del quale esplicitiamo il valore aggiunto prodotto e distribuito dall’azienda.

Parliamo ancora di filiera: uno dei principali impatti che si prevedono, e si auspicano, circa l’applicazione della direttiva sulla comunicazione delle informazioni non finanziarie riguarda l’elevazione della qualità della filiera. In alcuni settori potrebbe infatti verificarsi il caso di fornitori che, vedendo elevata l’asticella della qualità a loro richiesta, potrebbero uscire dalla supply chain. In questo senso avete già testato la qualità della vostra filiera? Avete sollecitato in passato il salto di qualità di alcuni vostri fornitori? Può farci degli esempi?

Siamo molto sensibili al tema. Nel 2014 avevamo già inserito nella carta degli impegni triennali legata al tema della sostenibilità, un punto relativo all’argomento. Molto ci sarà ancora da fare.

Con i nostri fornitori abbiamo un dialogo aperto e costante che ci consente di indirizzare in un percorso virtuoso di crescita anche i fornitori più piccoli e meno strutturati.

È una scommessa per entrambi. Con la maggior parte dei nostri fornitori abbiamo stretto un vero e proprio patto di collaborazione e crescita che va al di là del mero contratto commerciale di fornitura.

Nel 2014 avete condotto la prima survey sui vostri stakeholder. Sono emerse aree di miglioramento e anche criticità. A distanza di tre anni che bilancio potete fare di questo percorso? Ricomincerà il ciclo di engagement e confronto?

Assolutamente si. In realtà si tratta di un percorso che non si è mai interrotto. Abbiamo tratto importanti spunti di miglioramento legati al processo di fornitura e qualità del servizio reso. L’engagement è già stato riconfermato anche per l’esercizio 2017: come tutti i processi di miglioramento, ogni anno allarghiamo sempre di più la platea degli ascoltati.

All’ascolto di tutti i nostri stakeholder (collaboratori, clienti, fornitori, comunità locali) abbiamo dedicato anche degli appuntamenti annuali tesi a favorire l’incontro non soltanto tra GTS e i portatori di interesse ma anche tra gli stessi stakeholder.

Il posizionamento strategico verso la Corporate Social Responsibility, ancora in atto, interessa un processo di conversione che impatta su innumerevoli aspetti ma che fonda le proprie radici soprattutto sullo stakeholder engagement.

Il trasporto intermodale ha un minore impatto in termini ambientali rispetto al trasporto su gomma. Ci sono margini di ulteriore diminuzione degli impatti? Che tipo di investimenti realizza in termini di ricerca, sviluppo e innovazione?

Oggi più che mai l’energia e l’ambiente rappresentano questioni di fondamentale importanza.  Le nostre locomotive sono tutte a trazione elettrica a impatto ambientale prossimo allo zero.

Lo sforzo che stiamo compiendo è quello di minimizzare e ottimizzare l’utilizzo dei mezzi stradali nella quotidianità dei nostri servizi.

Siete molto orientati alla sostenibilità, in questo senso avete avuto dei riscontri da parte dei vostri clienti? È a vostro avviso un aspetto premiante?

Ne siamo convinti. Molte società nostre clienti hanno scelto GTS proprio per gli impatti minori generati dalla intermodalità del trasporto che genera sull’ambiente e sulla comunità.

Stiamo attraversando un momento storico all’interno del quale vi è una crescente consapevolezza di quanto i comportamenti quotidiani devono essere orientati alla salvaguardia delle future generazioni e del bene comune prim’ancora del profitto.

Quale è il progetto che al momento le sta più a cuore?

Senza dubbio quello di riuscire a spostare più merci dalla strada alla ferrovia. In Italia il sistema intermodale ha uno quota di solo il 5% contro il 12,5% della media UE, il 17% della Germania o il 67% della Svizzera.

La politica comunitaria è fermamente orientata nel Libro Bianco ad un obiettivo del 30% entro il 2030. Molto si sta facendo nella stessa direzione da parte del Governo Italiano con la cura del ferro. I fondamentali sono dalla nostra parte e la vision legata alla sostenibilità vive e trova sempre più conferme sin dal 1977.

Quello che grandemente ci gratifica e ci fa ben sperare è che in questo cammino verso una catena logistica green, sia clienti che fornitori sempre più numerosi, sposano il nostro modello di pensiero.

 

a cura di Marta Tersigni © Osservatorio Socialis

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