“Il futuro è sostenibile”, intervista a Simona Roveda, Direttore editoriale e comunicazione Lifegate

  Osservatorio Socialis   Giu 02, 2016   Blog ed Interviste, News, Principale   Commenti disabilitati su “Il futuro è sostenibile”, intervista a Simona Roveda, Direttore editoriale e comunicazione Lifegate

Nel 1986, quando nessuno in Italia parlava ancora di biologico hai co-fondato Fattoria Scaldasole: qual’era la tua visione di allora?

Fattoria Scaldasole è nata da una scelta di vita, dalla decisione di vivere in campagna e fare agricoltura biodinamica. Scelta nata dal cuore,  dal desiderio di promuovere uno stile di vita più consapevole e  un modello economico  di successo  in armonia con l’uomo e l’ambiente. Attraverso lo yogurt, un prodotto di largo consumo, volevamo parlare alla gente di queste tematiche. Abbiamo dato vita a un prodotto biologico di nuova generazione:  bello, buono, sano, allegro e rispettoso dell’ambiente. Diverso!

Nel 2000 hai co-fondato LifeGate per promuovere un processo di cambiamento basato sulla sostenibilità: avevate già chiara la strategia di LifeGate a lungo termine o avete costruito il progetto step by step?

 L’obiettivo è sempre stato quello di creare un punto di riferimento sui temi di sostenibilità ambientale e sociale, i tempi erano pronti  per dar vita a LifeGate. Il percorso è stato lineare, inizialmente abbiamo realizzato un network di informazione per le persone e abbiamo implementato alcuni servizi dedicati per le imprese. I servizi sono stati creati un po’ alla volta. In questi sedici anni lo scenario è cambiato tantissimo, sono arrivati i social media e sono cambiati gli strumenti di comunicazione. Anche le persone si sono evolute, sono preparate e si informano su tutte le nuove piattaforme.

Quando nasce, radio LifeGate riesce subito ad emergere nel panorama già allora affollato delle radio private. Qual è stata la formula vincente?

Il sito offriva informazione sui temi della sostenibilità con un linguaggio facile e positivo,  la radio non aveva programmi parlati e proponeva solo musica di grandissima qualità. Era questo il cambiamento che si percepiva.  Erano due strumenti che dialogavano sulla stessa lunghezza d’onda, la musica parlava al cuore, il sito alla testa. Un network diverso che incuriosiva. C’è stato un grande passa parola.

Il primo progetto  di grande risonanza veicolato attraverso LifeGate radio è stato Impatto Zero…

Impatto Zero® è stato il primo dei nostri progetti ambientali. Nasce nel 2001, quando viene siglato il protocollo di Kyoto. Solo allora si cominciava a parlare di CO2. E’ stato un progetto innovativo e in seguito molto copiato. Impatto Zero calcola, riduce e compensa le emissioni di CO2 generate dalle attività di persone ed enti, eventi e prodotti, aziende e organizzazioni. Contribuisce alla creazione e alla tutela di foreste in crescita, sviluppa progetti di efficienza energetica e di produzione di energia rinnovabile secondo quanto previsto dal protocollo di Kyoto.

Era ed è un progetto volontario proposto alle aziende che ha avuto una risposta eccezionale.

In questi anni abbiamo compensato oltre 160mila tonnellate di CO2, paragonabili alle emissioni prodotte in un anno dagli abitanti di una città grande come Venezia.

Oltre 400 milioni di prodotti di mille aziende hanno contribuito a tutelare 70 milioni di metri quadrati di foreste, una superficie grande quanto 6.500 campi da calcio.

Oggi cos’è LifeGate?

LifeGate parla sia alle persone che alle imprese.  Offre alle aziende servizi di consulenza accompagnandole in percorsi di sostenibilità, sviluppa progetti di comunicazione legati a questi temi, produce contenuti editoriali, si occupa di efficienza energetica soprattutto di luce a led e di energia rinnovabile italiana da dieci anni. Da aprile offre energia rinnovabile anche alle persone.  Fino ad oggi sono stati  realizzati più servizi per le imprese ma attualmente e per il prossimo futuro l’obiettivo, oltre all’energia, è quello di creare nuovi  servizi anche per le persone.

Quali iniziative politiche e di comunicazione pensi si dovrebbero mettere in atto in Italia  per aumentare la consapevolezza verso l’ ambiente e uno stile di vita più consapevole?

LifeGate è sempre stata apolitica, trasversale,  perché i temi della sostenibilità sono di tutti e per tutti. Pensiamo comunque che il nostro Paese debba urgentemente cambiare il piano energetico, elemento  base che ha delle ricadute su tutto il resto. Ultimamente siamo stati invitati dalle Ong a partecipare al comitato per il recente referendum delle trivelle, e abbiamo aderito. Cerchiamo ogni giorno di  creare consapevolezza e favorire un cambiamento verso  consumi più sostenibili in tutti i campi, dal cibo, all’energia, alla mobilità.  Le persone si devono rendere conto del grande potere che hanno per far cambiare le cose, chiedendo  prodotti e servizi più sostenibili. Il mercato non può che rispondere nel modo adeguato. LifeGate mette in contatto persone e imprese per consolidare tra loro il dialogo e la sintonia.

Per la divulgazione delle tematiche della sostenibilità hai  ricevuto nel 2014 il Premio Internazionale Le Tecnovisionarie®  (realizzato nell’ambito della conferenza internazionale Women&Technologies® 2008-2015 e patrocinato dal Comitato Scientifico per Expo del Comune di Milano) per la categoria WomenMedia, rivolto a donne impegnate nel compito di rendere accessibile a tutti i complessi temi legati all’alimentazione e nutrizione a tutela dei consumatori: per essere visionari e saper anticipare il futuro quali doti bisogna possedere?

Tutto nasce da esigenze personali. Il mio sentire accompagna da sempre sia la vita personale che lavorativa. Ma questo per tutte le persone che lavorano in LifeGate:  sono qui perché credono in quello che fanno,  propongono quello in cui credono. Oggi noi siamo il punto di riferimento della sostenibilità, parliamo a oltre cinque milioni di persone attraverso il  network e lavoriamo con tantissime aziende. Ci viene facile, i progetti e le nuove idee nascono dal cuore di un team che lavora con un comune sentire sui temi di fondo. Siamo convinti che la sostenibilità sia la nuova cultura e sarà il paradigma dell’economia.

Il sogno di un progetto nel  tuo cassetto che forse non si realizzerà mai?

Il sogno è di vedere questo paese come un esempio di sostenibilità nel mondo.  Non so se si realizzerà, ma sono positiva. La mia generazione ha fatto molti danni rincorrendo un benessere economico a tutti i costi, ma i giovani sono diversi.  Oggi la voglia di fare bene è il nuovo approccio e l’etica è diventata un modo di essere che guarda a un futuro migliore moderno, innovativo e sostenibile. L’abbiamo visto anche nell’Osservatorio nazionale sugli stili di vita sostenibili che abbiamo presentato a marzo: il 31% degli italiani ha un nuovo approccio verso i temi della sostenibilità. Sono giovani,  specialmente donne dai 18 ai 24 anni.  Le donne in particolare avranno un peso significativo per il futuro. Il cambiamento è in atto, è partito e viaggia velocemente, questa nuova coscienza non si fermerà, potrà solo crescere.

a cura di Patrizia Scarzella©osservatoriosocialis.it   

 

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