“Il Sud delle grandi potenzialità” – Carlo Borgomeo, Presidente Fondazione con il Sud

  Osservatorio Socialis   Apr 13, 2016   Blog ed Interviste, News, Principale   Commenti disabilitati su “Il Sud delle grandi potenzialità” – Carlo Borgomeo, Presidente Fondazione con il Sud

Carlo Borgomeo presidente dal 2009 della Fondazione con il Sud; la sua storia lavorativa è legata allo sviluppo dell’imprenditoria, con uno sguardo da sempre attento al sociale.

Presidente Borgomeo, partiamo da un’analisi del Sud Italia dal suo osservatorio particolare e privilegiato: ritiene che esista solo come potenzialità oppure possiamo anche attenderci un effettivo sviluppo?

Nel Sud Italia esistono sicuramente grandi potenzialità ma credo che dobbiamo in qualche modo arrenderci: lo sviluppo effettivo, duraturo e non effimero ci potrà sicuramente essere, ma in tempi lunghi. Uno degli imbrogli più grandi cui abbiamo assistito in questi anni è stato quello di far ritenere che il problema dello sviluppo nel Meridione si sarebbe potuto risolvere velocemente.

Secondo la Fondazione con il Sud per creare sviluppo economico al Sud si deve partire dal capitale sociale invertendo quindi una consolidata convinzione per cui ci si potrà occupare delle questioni sociali, del tema dell’eguaglianza, dei diritti negati solamente quando ci sarà la crescita economica. Questo è un paradigma che va capovolto : quando si consoliderà il capitale sociale ci sarà lo sviluppo. Purtroppo in alcune aree del Sud si sta ancora troppo male: in certe zone della Calabria, nell’area metropolitana di Napoli, in tanti quartieri periferici delle aree urbane; troppo Sud è ancora troppo indietro ma, come prevede il nostro Statuto, noi lavoriamo nella convinzione che la coesione sociale sia la precondizione e non l’esito dello sviluppo economico.

Per lungo tempo il non profit ha accolto con difficoltà termini come manager, sviluppo, imprenditoria, conservandosi una sorta di autonomia dell’agire giustificato da spinte etiche fortissime. Ritiene sia così o questa è ormai una formula perdente?

Anni fa mi era necessaria più di mezzora per spiegare che “impresa” e “sociale” non erano termini antitetici: adesso questo non avviene più perché ci sono due trend in atto. il primo quello che vede le imprese profit, anche quelle “molto profit”, aprirsi ai temi del sociale : parlano di responsabilità sociale d’impresa, si occupano di filantropia. Magari in alcuni casi ciò può apparire strumentale ma è comunque importante perche ha decisamente apportato una maggiore consapevolezza. Specularmente nel mondo del terzo settore si presentano sempre di più i temi dell’efficacia e dell’efficienza : ciò va a superare l’approccio che chi si occupa di queste cose fa venire meno le motivazioni di fondo, passando in qualche modo nella trincea dell’avversario. E’ un’operazione culturale di avvicinamento tra due mondi che progressivamente sta avanzando. Contemporaneamente il terzo settore deve recuperare ciò in cui è indietro, acquisendo una piena e corretta cultura economico-finanziaria.

La Fondazione con il Sud gestisce milioni di euro per migliaia di progetti che spaziano in innumerevoli ambiti: cosa può dire di questo fermento creativo? Quali progetti realizzati ricorda con maggior soddisfazione?

La Fondazione con il Sud ha erogato sinora 153 milioni di euro, sostenendo 800 progetti tra programmi di volontariato (ciascuno dei quali sostenuto in media con 55 mila euro) e progetti “esemplari “, sostenuti in media con 300 mila euro e che coinvolgono cooperative sociali, associazioni di volontariato e di promozione sociale, fondazioni, enti, istituzioni locali, ecc. E’ un fermento creativo così esteso di fronte al quale la rabbia maggiore è, paradossalmente, avere pochi soldi. Un sentimento che provo ogni volta che lanciamo un bando: all’ultimo bando “Educazione dei Giovani” hanno partecipato 280 progetti : ne abbiamo finanziato 19 ma più di 50 erano davvero buoni progetti che avrebbero meritato di essere sostenuti.

Tra le iniziative sostenute dalla Fondazione che ricordo con maggior soddisfazione, il progetto “San Gennaro Extra Moenia” nel Rione Sanità a Napoli: promosso dall’Arcidiocesi di Napoli in partenariato con l’Associazione L’Altra Napoli e la cooperativa sociale La Paranza , ha permesso la restituzione alla comunità e a tutti i possibili visitatori di due bellezze architettoniche dalla forte valenza storica e religiosa: la Basilica di San Gennaro extra moenia e le adiacenti catacombe.  I due siti si sono velocemente attestati come forte attrattore culturale della città, offrendo concrete opportunità professionali e di riscatto ai ragazzi del Rione. A Palermo, invece, è stato aperto “Mare Memoria Viva”, il primo ecomuseo urbano del Sud Italia promosso dall’Associazione CLAC, che ha permesso il recupero di due spazi inutilizzati, un deposito ferroviario e uno spazio della Sovrintendenza del mare. In Calabria è poi particolarmente attivo il Consorzio Goel, che opera in un territorio difficilissimo, la Locride, e che ha avuto anche il sostegno della Fondazione. Una realtà che opera puntando sull’impresa sociale come leva del cambiamento socio-economico del territorio, con l’offerta di servizi per le fasce deboli della popolazione e di  opportunità lavorative per chi si trova in condizione di disagio. Sempre in Calabria, la Fondazione ha sostenuto il progetto “Una città senza mura”, promosso a Lamezia dall’Associazione Comunità Progetto Sud (in collaborazione con associazioni, cooperative sociali ed istituzioni del territorio) con l’obiettivo di favorire l’integrazione e la costruzione di percorsi di cittadinanza dei rom, promuovendo la consapevolezza dei diritti e dei doveri dell’essere cittadino. Ci sono poi i tantissimi programmi di volontariato, che vanno dall’assistenza agli anziani, ai disabili, al sostegno alle famiglie di persone in carcere, alla tutela ambientale.

Ricordo di aver risposto con fatica, o meglio con imbarazzo alle lettere delle mamme di alcuni bambini autistici che avevano scritto per ringraziarci perchè, grazie ai progetti da noi finanziati, era cambiata la vita dei loro figli.

Che cosa ritiene manchi all’imprenditoria del terzo settore per fare il salto di qualità e crescere?

Ritengo che complessivamente sia sottovalutato il suo ruolo potenziale e cioè che non sia ancora diffusa la consapevolezza che il terzo settore ha una grande proposta politica da fare. Non si tratta di difendere degli spazi evitando le invasioni di campo, ma di capire che la crisi che abbiamo conosciuto ci ha consegnato una consapevolezza: che il meccanismo di sviluppo attuale non funziona perché non riesce  governare lo sviluppo mondiale. Il Terzo Settore fa un lavoro straordinario perché declina la cultura del dare lottando contro le disuguaglianze, ma oggi si deve caricare di un ruolo ancora più forte. Il Terzo Settore deve acquistare una dimensione politica alimentandola con la prassi della rete, non intesa solo come razionalizzazione organizzativa, ma come condivisione di obiettivi generali.E imparando a comunicare: in questo sensoabbiamo promosso un bando specifico dedicato alla comunicazione, rivolto al non profit meridionale, con il quale sosterremo una campagna nazionale che a partire dalle buone pratiche su tematiche sociali specifiche al Sud sappia valorizzarle e diffonderle attraverso i linguaggi della comunicazione, nell’ottica di un’azione di sensibilizzazione diffusa. Per quanto riguarda la classe dirigente del terzo settore mi sento di poter affermare che nel Sud Italia ce ne sia una potenzialmente migliore.

Da Fondazione PER a Fondazione CON: come nasce e che cosa ha significato la variazione di queste piccole congiunzioni?

E’ stato un forte segnale di apertura che abbiamo voluto dare perché, pur essendo una fondazione di erogazione, abbiamo una cultura che non prevede qualcuno che fa un intervento a favore di altri, ma qualcuno che accompagna gli altri nella crescita.

a cura di Paola Scarsi ©osservatoriosocialis.it  

Comments are closed.