“In difesa del made in Italy”, Intervista a Vito Gulli, Presidente di Generale Conserve

  Redazione   Set 28, 2015   Blog ed Interviste, News, Principale   Commenti disabilitati su “In difesa del made in Italy”, Intervista a Vito Gulli, Presidente di Generale Conserve

Vito Gulli, presidente di Generale Conserve, si è fatto portavoce della battaglia a favore della difesa del Made in Italy. Ad oggi tante parole e pochi fatti?

Più che porta voce, ho perso la voce… ma tengo subito, come sempre, a precisare che non si tratta né di patriottismo, nazionalismo o cose simili, ma di semplice realismo imprenditoriale e sociale. Ritengo sia l’unica e, dico proprio l’unica, via di uscita da questa situazione drammatica in cui ci dibattiamo da anni. E purtroppo i fatti, quelli fatti, sono di segno opposto. Mi riferisco a leggi, lacci e lacciuoli.

Italian sounding. In che misura è possibile che l’italian sounding traini lo spostamento dei consumatori verso prodotti Made in Italy? Di che tipo di intervento si avrebbe bisogno? Semplice buon senso?

Il tema Italian sounding, quello di cui si parla tanto, stimato e sbandierato di 60 miliardi di €, riguarda esclusivamente i mercati esteri. E come dico sempre nelle occasioni pubbliche in cui ne parlo, lo considero una sorta di “sampling” del vero Made in Italy. Intendo dire che una marca, che so, di pasta, “Mario Rossi” se fatta a Brooklyn ha tutto il diritto di chiamarsi così, ancor più perché viene scritto sopra e in chiaro, che è prodotta là…. Altra cosa se un’altra pasta di una famosa marca italiana non fosse prodotta qui, e non ci fosse scritto dove!!

Ed ecco cosa intendevo parlando di leggi, lacci e lacciuoli. E’ incredibile, inaccettabile che proprio nell’anno in cui si parla tanto di difesa del Made in Italy, del “pericolo” dell’Italian sounding, il Governo Italiano abbia recepito il nuovo reg. EU sull’etichettatura, senza opporsi alla norma che toglie l’obbligatorietà di indicare il luogo di produzione!! Credo sia tutto chiaro, vero?

La sua azienda produce tonno in scatola proveniente dalla pesca di solo tonno a pinne gialle adulto. Per “certificare” questo tipo di pesca avete deciso di far salire a bordo delle vostre navi gli osservatori di Friend of the Sea.

Abbiamo scelto la certificazione Fos, che prevede gli osservatori indipendenti a bordo perché crediamo che fra il dire e il fare ci sia  di mezzo  il mare… a cui noi teniamo molto (per interesse, sia chiaro). E Greenpeace considera questa nostra scelta, solo tonno maturo, insieme ad altre, tante cose, fondamentale per dichiarare di FARE qualcosa di sostenibile…..

Mi spiega perché la sostenibilità è un interesse primario per un’azienda? Come convincerebbe, se ce ne fosse bisogno, un imprenditore ad investire su cicli produttivi sostenibili? E cioè: la sostenibilità se la possono permettere solo le grandi aziende o è alla portata di tutti?

La sostenibilità in Generale Conserve è il cuore pulsante dell’etica aziendale e si traduce costantemente in azioni concrete intraprese per il miglioramento dei processi industriali e produttivi e alla tutela della risorsa ittica. Perché non c’è futuro, né profitto per un’azienda, se non con una maggior salvaguardia dell’ambiente e della materia prima. Generale Conserve è fermamente convinta che la sostenibilità vada applicata innanzitutto al proprio core business, cioè la sua materia prima: il tonno e la sua catena del valore. Tutti i prodotti, infatti, sono il frutto di un impegno condiviso per garantire la qualità e le sostenibilità delle materie prime, l’eccellenza del gusto e la cura della presentazione.

Solo un miope non lo capirebbe… Ma attenzione…

Sostenibilità è innanzitutto per noi stessi… umanità. Intendo dire che quello che facciamo è per sopravvivere, e se l’ambiente è sì “puro”, ma poi noi non abbiamo nulla da mangiare, non credo saremmo contenti. E per mangiare bisogna lavorare, e per lavorare bisogna che le aziende non chiudano qui in Italia, magari per aprire laddove i costi della mano d’opera sono più bassi.

Per questo parlo di sostenibilità e Made in Italy!

(a cura di Marta Tersigni) ©osservatoriosocialis.it

Comments are closed.