“Il green come scelta per resistere alla crisi economica” Intervista a Roberto Della Seta, fondatore di Green Italia

  Redazione   Gen 23, 2015   Blog ed Interviste, Principale   Commenti disabilitati su “Il green come scelta per resistere alla crisi economica” Intervista a Roberto Della Seta, fondatore di Green Italia

Lei è ecologista e fondatore di Green Italia. Secondo quanto riporta l’ultimo Rapporto Nazionale sull’Impegno Sociale delle aziende in Italia, se nel 2011 in primo piano tra le attività di CSR c’era la dimensione esterna, di ordine umanitario, ora invece si investe principalmente nell’ambiente e nella sostenibilità. Si sente di confermare questa tendenza?

Direi di sì, e credo che questa tendenza si inserisca in un processo quasi epocale. In Italia sempre più imprese investono in tecnologie, processi, prodotti “green”: lo fanno, certo, perché consapevoli della propria responsabilità sociale, ma lo fanno anche perché il “green” è oggi una scelta che aiuta a competere, a crescere, a resistere meglio alla crisi economica globale.

Sempre secondo l’ultimo Rapporto, le modalità di intervento più citate, in ambito CSR e sostenibilità ambientale, si concentrano sui comportamenti consapevoli (contenimento degli sprechi), quindi sulla modernizzazione degli impianti, seguita dalle attività filantropiche realizzate in azienda. Secondo la sua esperienza, trova queste modalità sufficienti? Ritiene che siano dettate effettivamente da una consapevolezza ambientalista o l’Italia è ancora indietro nell’attuazione di una vera politica ambientale?

Come in tutti i campi CSR, credo che ci siano casi nei quali lo sforzo delle aziende verso la sostenibilità ambientale è convinto e profondo e altri nei quali coinvolge più aspetti di comunicazione, di “imballaggio”, che di sostanza. Ma le iniziative “green” del secondo tipo difficilmente reggono alla prova dei fatti, anche perché i consumatori diventano ogni giorno più capaci di distinguere apparenza e realtà.

Pensi ora alla filiera dei fornitori. Quanto è importante sceglierne uno che attui politiche di sostenibilità? Come potremmo incentivare coloro che ancora non lo fanno a impegnarsi in tal senso?

Questo è un aspetto decisivo. Rendere chi fa da tramite tra offerta e domanda molto più consapevole dell’importanza sia sociale che economica di efficaci strategie “green”, è un passaggio fondamentale verso la cosiddetta “green economy”. Da questo punto di vista l’Italia è in un grave ritardo, culturale prima ancora che politico e legislativo. Per affrontare questo problema bisogna partire da due terreni prioritari di cambiamento: i sistemi educativi e formativi, ancora disattenti alla dimensione della sostenibilità ambientale, l’introduzione di meccanismi di incentivazione soprattutto fiscale che rendano “conveniente” acquistare e consumare “green”.

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